Il forte di Beano riemerge dal passato: restauro terminato

Sabato 20 aprile, alle 17, si terrà la cerimonia di fine lavori e la prima visita alla struttura restaurata
Redazione

Grazie all’opera degli alpini, dopo un lavoro ininterrotto durato oltre 4 anni, è tornato alla luce il forte di Beano. Sabato 20 aprile, alle 17, si terrà la cerimonia di fine lavori e la prima visita alla struttura restaurata. Il recupero è stato seguito dal Comitato per il Centenario Prima Guerra Mondiale, Zona medio Tagliamento con la partecipazione attiva di diverse sezioni Ana del del medio Tagliamento che hanno dapprima provveduto a ripulire la zona dalla vegetazione che aveva completamente inghiottito la struttura. Fra questi ricordiamo gli alpini di Codroipo, Beano, Bertiolo, Grions, Sedegliano, Virco, Gradiscutta e Varmo.

Il forte, molto simile ai forti di Col Roncone e Fagagna essendo circondata da un fossato, faceva parte del sistema difensivo del ponte della Delizia del Medio Tagliamento e fu costruito dal capitano Giuseppe Bormans (direttore dei lavori) tra il 1909 e 1910 seguendo il progetto del generale Pollio. Era dotato di 6 cannoni in acciaio da 149 mm (e non 4 come la maggior parte delle fortificazioni )su cupola corazzata girevole, 4 cannoni da 75 mm e 4 mitragliatrici Perino, armi italiane da 6,5 mm di calibro in grado di sparare 450 colpi al minuto. Tuttavia durante la prima guerra mondiale non fu mai coinvolto in nessuna azione bellica. Fu difatti disarmato e adibito per molti anni a polveriera dell’esercito italiano.

L’opera

Un fossato pieno d’acqua circonda la costruzione costituita da un solo piano per essere meno esposta al tiro. Nella facciata presentatre ingressi e altri due alle estremità. All’interno un ampio corridoio attraversa tutta l’opera nella sua lunghezza e permette di accedere a tutti i locali e alle rampe che portano alle cupole. Nel periodo in cui è stata usata come polveriera, le cupole sono state rimosse e sono state costruite sulla copertura delle tettoie. Sempre sulla copertura e stata posta una gabbia di Faraday come parafulmine ed è stata incatramata. Sono ancora presenti i serramenti originali blindati. Alle due estremità esiste una scaletta che porta sul tetto dell’opera stessa. Un lungo corridoio interno collega la polveriera alle altre stanze adibite come alloggi, servizi e laboratori per le polveri. Al termine di questo lungo corridoio si trovano le scale che portavano alle cupole dove erano stati posti i cannoni. Il passaggio però è stato bloccato e questa zona è raggiungibile solo dall’esterno, attraverso il terrapieno. È però sconsigliabile avvicinarsi perché gli spiazzi delle bocche di fuoco (già eliminate nel 1915) sono ancora oggi coperti dai resti di casermette, costruite nel dopoguerra con una notevole presenza di amianto.

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