AstraZeneca, uso preferenziale per gli Over 60. Ma ok ai richiami

E' l'indicazione emersa da Aifa, Consiglio superiore di sanità e Ministero della Salute dopo le valutazioni dell'Ema
Marco Pasquariello
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Anche l’Italia utilizzerà AstraZeneca/Vaxzevria in via preferenziale sugli Over 60. Ma non saranno fermati i richiami a chi ha già ricevuto la prima dose.

E’ quanto comunicato ieri sera, in conferenza stampa, dal Presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, dal Direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco, Nicola Magrini, e dal Direttore generale della Prevenzione sanitaria del Ministero della Salute, Gianni Rezza. 

“In questi giorni, Aifa ed Ema hanno lavorato sulla farmaco-vigilanza, alla luce dei nuovi dati disponibili su AstraZeneca”, ha spiegato Franco Locatelli nel corso della conferenza stampa. “I rari eventi di trombosi segnalati hanno un’incidenza superiore alle attese sotto i 60 anni, in particolare tra le donne, mentre è inferiore tra gli Over 60. Il nesso di causalità vaccino-evento, seppure non dimostrato definitivamente, è dichiarato come plausibile dall’Ema. La maggioranza dei casi si sono verificati entro 14 giorni dalla prima somministrazione, mentre non sono segnalati dopo i richiami. Ma va detto che, considerando la distanza di 12 settimane tra le due inoculazioni, non ci sono al momento sufficienti evidenze per trarre conclusioni definitive in merito alla seconda somministrazione. Chi ha già ricevuto la prima dose e non ha avuto problemi non ha motivo per non ricevere anche il richiamo”.

“Ricordiamo che il Covid presenta un tasso di letalità superiore al 20% tra gli Over 80, intorno al 10% tra 70 e 79 anni, intorno al 3% tra 60 e 69 anni, per poi scendere drasticamente allo 0,6% nella fascia 50-59, allo 0,2% tra i 40 e i 49 anni e allo 0,1% tra i 30 e i 39 anni. Alla luce di tutti questi dati, abbiamo deciso, d’intesa anche con altri Paesi Ue (alle 18 si è tenuto un incontro tra i vari ministeri della salute europei, ndr), di dare un’indicazione preferenziale di utilizzo di AstraZeneca sopra i 60 anni“, ha detto ancora Locatelli.

“Rispondendo a una possibile domanda, specifico che all’inizio il vaccino era stato indicato sotto i 55 anni per il solo motivo che gli studi clinici davano dati più solidi nella popolazione più giovane. Adesso, però, abbiamo a disposizione maggiori evidenze, su numeri reali – ovvero milioni di soggetti vaccinati – che sottolineano come il vaccino sia efficace e valido anche nella popolazione più anziana. Che, per altro, è anche quella sulla quale dovremo accelerare nella vaccinazione“, ha concluso Locatelli.

Magrini ha ricordato che i casi di trombosi saranno segnalati come possibile effetto indesiderato del vaccino, specificando che “moltissimi farmaci hanno effetti collaterali anche più frequenti. Adesso dobbiamo puntare a vaccinare il più possibile la popolazione più anziana. La decisione è stata presa in via precauzionale, ma il vaccino è utilizzabile in tutte le fasce di popolazione. Gli eventi trombotici non riscontrati con altri vaccini hanno portato a questa scelta preferenziale”, ha precisato Magrini.

Grazie a questo vaccino in Gran Bretagna la mortalità è stata sostanzialmente abbattuta, mentre noi abbiamo ancora una situazione che deve fare riflettere, con oltre 600 morti oggi”, ha detto Rezza. “AstraZeneca ha un’efficacia molto elevata nelle forme gravi di malattia anche nella popolazione più anziana e non ci sono eventi trombotici segnalati. L’uso preferenziale è per gli anziani, ma il vaccino può comunque essere somministrato a tutti da 18 anni in su, dunque se un soggetto vuole può vaccinarsi anche con questo prodotto”.

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