Il triste primato per il Friuli Venezia Giulia, che ad oggi registra il più alto numero di operatori sanitari non vaccinati d’Italia (11,91%) preoccupa l’intersindacale dei dirigenti sanitari regionali, che ha deciso di commentare la scarsa adesione attaccando la posizione espressa da neo direttore Sores, Amato De Monte, lo scorso sabato.
Qui di seguito la nota condivisa scritta da Alberto Peratoner (AAROI EMAC), Valtiero Fregonese (ANAAO ASSOMED), Antonio Maria Miotti (ANPO ASCOTI FIALS MEDICI), Stefano Smania (AUPI SNR), Nicola Cannarsa CISL), Calogero Anzallo (FP CGIL), Patrizia Esposito (FVM) e Stefano Vita (UIL MEDICI).
“Prendiamo atto con grande disappunto e stupore che la Regione tace con imbarazzo davanti a certi colleghi che si permettono di attaccare liberamente una legge dello stato come liberticida e discriminante, di fatto legittimando ed aizzando frange di pensiero ed azione NO VAX, auspichiamo che tutte le Aziende come fatto da ASUFC, prendano chiare distanze da colleghi che si permettono di arringare in luoghi pubblici l’uditorio con incoerenti ed insostenibili teorie sull’obbligatorietà vaccinale solamente per certe fasce d’età e sull’assenza di basi scientifiche sulla vaccinazione di massa e da colleghi che si permettono di rilasciare eccentriche interviste continue su dati, attività ed imprevedibili evoluzioni pandemiche future e comunicati stampa aziendali propugnando teorie e idee personali, completamente avulse dall’evidenza scientifica e in contrapposizione con la linea regionale e nazionale sull’ambito vaccinale.
Rileviamo infine con grande incredulità che da tempo ormai agli operatori sanitari non è concesso rilasciare dichiarazioni ed interviste se non autorizzate e “controllate” mentre oggi esistono dei colleghi che senza richieste e permessi possono liberamente esprimersi urbi et orbi addirittura con la firma istituzionale.
In considerazione di tutto ciò chiediamo all’Assessore alla Salute una forte presa di posizione contraria e distante da tali personalismi e protagonismi, al fine di isolare e non premiare questi elementi, al fine di rimanere coerenti con la condivisibilissima campagna di contrasto alla pandemia COVID 19 che queste organizzazioni sindacali, maggiormente rappresentative della Dirigenza Sanitaria, appoggiano e sostengono completamente fin dal primo giorno ed al fine di dare un messaggio chiaro ed univoco laddove ci fosse ancora incertezza o contrarietà.
Appoggiamo e sosteniamo pienamente gli Ordini dei Medici nel vigilare su questi delicati ambiti e nel censurare e perseguire questi comportamenti deontologicamente deprecabili. La normativa vigente è chiara, lineare, coerente ed è a tutela della comunità. Chi si ritiene fuori dalla comunità scientifica ed oltre le leggi, probabilmente dovrebbe dedicarsi ad altro“.