«Mi sbracciavo, ma non mi vedevano», il racconto del sopravvissuto

Gianpaolo Baggio, il giovane 31enne di Torreano, è stato ritrovato vivo dopo sette giorni passati su una cengia all'addiaccio, senza acqua né cibo
Davide Vicedomini
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A tenerlo in vita sono stati la penombra, un rigagnolo, le foglie secche e tanta pazienza. A garantirlo è Gianpaolo Baggio, il 31enne di Torreano recuperato questa mattina dopo 7 giorni di disperate ricerche dalla sua escursione lungo la ferrata Palma sul Matajur. L’escursionista friulano ha rilasciato un’intervista a Telefriuli, raccontando la disavventura e il lieto fine, con tanto di pianto liberatorio finale quando l’elicottero dei vigili del fuoco si è avvicinato a lui.

“Sono riuscito a sopravvivere grazie ad un rigagnolo che ha creato una piccola pozza d’acqua. La bevevo, anche se un po’ sporca”, racconta il giovane, pieno di gioia e di gratitudie nei confronti dei soccorritori. “Non ho mai perso la pazienza, anche se faceva molto freddo di notte”, aggiunge Gianpaolo, che nelle ore più fredde provava a proteggersi con le foglie secche con le quali si ricopriva. “Non ero allo stremo delle mie forze, anche perché mi trovavo in un posto fortunatamente un po’ in penombra”, racconta, descrivendo un altro elemento che ha contribuito alla sua sopravvivenza”. 

Tutto è cominciato quando “seguendo la ferrata, andando giù, ad un certo punto non sono più riuscito a trovare il pezzo successivo né a tornare indietro”, spiega. “Quindi, proseguendo, dopo un po’ sono scivolato in questo canalone, dal quale non riuscivo più a muovermi, né a scendere né a salire, e dove sono rimasto fino a oggi”.

“Non ho mai perso la speranza che qualcuno mi ritrovasse – aggiunge -. Vedevo gli elicotteri volarmi vicino, ma non riuscivo a farmi notare. Mi sbracciavo ma nulla, nonostante mi passassero vicinissimi”. Poi, questa mattina, quando i soccorritori sono venuti da me, mi sono messo a piangere – confida  -. Lo sapevo che mi avrebbero trovato – aggiunge Baggio -, me lo sentivo. Mi dispiace aver fatto perdere 10 anni di vita a mia madre e ai miei familiari”.

Infine un’ultima promessa: “Sicuramente tornerò in montagna – confessa -, ma starò più attento, lo prometto”.

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