«Serve chiarezza sull’obbligo vaccinale, altrimenti tamponi gratis»

A chiedere delucidazioni sono le segreterie regionali dei sindacati del terziario Cgil-Cisl-Uil
Redazione

Di seguito il comunicato delle segreterie regionali dei sindacati del terziario Cgil-Cisl-Uil, sottoscritto dai segretari regionali Francesco Buonopane (Filcams Cgil), Adriano Giacomazzi (Fisascat Cisl) e Matteo Zorn (Uiltucs Uil).

Ieri le segreterie regionali dei sindacati del commercio e del terziario, unitariamente, hanno richiesto un incontro alle controparti datoriali di categoria, Confcommercio, Confesercenti ed Alleanza delle Cooperative in merito all’entrata in vigore del decreto legge 127/2021 sull’obbligo del Green pass sui posti di lavoro a partire dal prossimo 15 ottobre. Il dispositivo infatti, in attesa dell’incontro tecnico richiesto da Cgil, Cisl e Uil nazionali al ministro competente, porta con sé alcuni aspetti critici che potrebbero presentarsi, sia nella quotidiana organizzazione del lavoro e delle attività da parte delle imprese sia in termini di aggravio di costi a carico delle lavoratrici e dei lavoratori.

Senza voler dilungarci nel dibattito in merito alla scelta di vaccinarsi e alla libertà di coscienza, Cgil, Cisl e Uil continuano a caldeggiare una presa di posizione legislativa da parte della politica, che finora non si è chiaramente espressa sull’obbligo vaccinale. In subordine sarà necessario regolamentare la somministrazione gratuita dei tamponi diagnostici molecolari, senza dover scaricare necessariamente sulle singole persone, famiglie, lavoratrici e lavoratori, o sulle imprese, la responsabilità e i costi di una non-scelta politica.

Certamente però spetta anche a noi essere inclusivi e di sforzarci di immaginare misure condivise, che non producano ulteriori fratture all’interno dei posti di lavoro, per gestire gli aspetti critici, dalla saturazione delle liste di prenotazione in farmacia alla conciliazione tra l’orario di lavoro, l’orario dettato dalla farmacia e l’organizzazione dell’attività aziendale, dal costo e la durata del test, che rischiano di determinare un rallentamento di molte attività produttive, ma anche un aumento del carico di lavoro per altre, allo scarico completo di responsabilità di vigilanza e controllo sulle imprese. Considerando che tutti questi fattori rischiano di avere notevoli ricadute economiche e organizzative, confidiamo nella sensibilità delle associazioni di categoria e contiamo di incontrarle nei prossimi giorni.

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