Smantellata vasta rete dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in Fvg

La Digos di Trieste, col Servizio per il Contrasto all’Estremismo e Terrorismo Esterno, ha dato esecuzione a 5 ordinanze di custodia cautelare in carcere, di cui due estese in ambito europeo, e a 2 mi...
Andrea Pierini
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Sette persone arrestate e altre dieci ricercate in tutto il mondo. È questo il bilancio di una complessa operazione di polizia che ha sgominato una cellula con sede a Trieste di cittadini extracomunitari che si occupavano di far arrivare in Europa stranieri, in particolare dal Kurdistan, attraverso la rotta Balcanica. 
Le indagini sono partite da un approfondimento su un cittadino iracheno di 30 anni residente a Trieste il quale aveva dei collegamenti con Ahmed Hassan, alias Aziz Aljaf, uno dei due responsabili dell’attentato del 15 settembre 2017 a Londra quando un ordigno rudimentale è stato fatto scoppiare nella metropolitana. La bomba aveva causato 23 feriti ed era stata rivendicata dall’Isis. 
La procura della repubblica di Trieste, diretta da Antonio De Nicolo, con il pm Massimo De Bortoli e la Digos del capoluogo giuliano, supportati dal Servizio per il Contrasto all’Estremismo e Terrorismo Esterno, nei giorni scorsi hanno arrestato sette persone di cui due in paesi europei, tutti cittadini iracheni di etnia curda. Un’altra decina di indagati, sempre stranieri, sono attualmente latitanti. Nel corso dell’indagine la scorsa settimana era stata perquisita anche la sede dell’associazione Linea d’Ombra Odv gestita da due cittadini italiani che si occupa di curare i migranti che passano per Trieste, al momento non ci sono legami tra l’associazione e la banda criminale.
MFS, il trentenne, era alla guida dell’organizzazione criminale e si spostava tra Trieste, dove vi era una delle cellule del sodalizio criminale, l’Olanda e la Germania dov’è stato arrestato. Le indagini hanno appurato come l’organizzazione era in grado di procurare anche documenti falsi dietro al versamento di ingenti somme di denaro.
I migranti, curdi provenenti da Iraq e Siria, transitavano e facevano tappa a Trieste per poi essere guidati verso Germania, Francia e nord Europa. Le indagini hanno documentato decine e decine di casi tutti caratterizzati da ingenti pagamenti di denaro. La cellula triestina ha aperto anche delle basi logistiche nel nord Italia, tra cui Bolzano. A tutti è stato contestato il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. 

L’assessore regionale alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti, ha fatto i complimenti alle forze dell’ordine. “Il fatto che una delle persone arrestate abbia legami accertati con il terrorista responsabile dell’attentato del 15 settembre 2017 a Londra, rivendicato dall’Isis, sottolinea la necessità di fare luce sulle attività condotte da organizzazioni criminali che, ormai è evidente, operano anche in Friuli Venezia Giulia assicurando un punto di snodo per il traffico di immigrati – ha evidenziato Roberti -. Anche se nessuno dei soggetti arrestati nell’ambito di questa operazione pare aver commesso reati inerenti il terrorismo internazionale, l’esistenza di legami tra i trafficanti di esseri umani e i terroristi è ormai accertata”. “A tutela della sicurezza dei nostri cittadini e di quelli dell’intera Unione europea è quindi necessario mantenere alta l’attenzione si questi fenomeni – ha spiegato l’assessore -. Ovviamente l’auspicio è che nessuna delle associazioni operanti in Friuli Venezia Giulia, tra cui quelle sottoposte recentemente ad accertamenti di polizia, sia coinvolta in azioni illecite o abbia contatti di alcuna natura con la criminalità organizzata, ma quanto emerso finora evidenzia la necessità di puntare i fari sul mondo dell’immigrazione”. Roberti ha quindi rimarcato che “identificare con certezza i soggetti che arrivano nel nostro Paese è il primo, fondamentale, passo per contrastare il terrorismo, che vede proprio nella rotta balcanica una porta d’accesso all’Europa. La presenza di organizzazioni senza scrupoli che forniscono documenti falsi innalza il rischio sia per gli agenti che ogni giorno hanno a che fare con i migranti provenienti dalla frontiera dell’Ue sia per la popolazione, dato che semplifica le infiltrazioni terroristiche”.

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