«La famiglia è quella fondata sul matrimonio», bufera a Udine

Si infiamma il dibattito, a Udine, sulla modifica dello Statuto Comunale che lunedì prossimo - a meno di clamorosi passi indietro - dovrebbe passare in Consiglio comunale. L'articolo è i...
Davide Vicedomini
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Si infiamma il dibattito, a Udine, sulla modifica dello Statuto Comunale che lunedì prossimo – a meno di clamorosi passi indietro – dovrebbe passare in Consiglio comunale. L’articolo è il numero 9 ed è quello relativo alla Tutela della famiglia. Non farà più riferimento in modo generico al “riconoscimento dei diritti della famiglia nella comunità”, ma – richiamandosi alla Costituzione – parlerà di “società naturale fondata sul matrimonio”.

Un passo indietro di 100 anni secondo la minoranza di centrosinistra che parla di discriminazione nei confronti delle famiglie di fatto. Ieri sera, il tema – che sta rimbalzando anche sulle testate nazionali – è stato affrontato a Screenshot. 

Interrogazione senatori dem a ministra Bonetti

“Ho portato all’attenzione della ministra Bonetti il caso del nuovo Statuto che il Comune di Udine si accinge ad approvare, perché appare lesivo dei principi su cui si basa l’architettura europea, con cui si afferma che la famiglia non è fondata solo sul matrimonio di un uomo e di una donna, ma è costituita da persone che si amano e si rispettano, qualunque sia il loro sesso e provenienza. E assieme a un gruppo di colleghi senatori abbiamo chiesto alla ministra di verificare come intervenire per rimuovere tale discriminazione”. Lo rende noto la senatrice Tatjana Rojc (Pd), che ha indirizzato un’interrogazione alla ministra per le pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, in merito alla volontà espressa dalla Giunta e dalla maggioranza guidata dal sindaco leghista di Udine Pietro Fontanini  di cambiare nello Statuto comunale la definizione del concetto di famiglia, togliendo nell’articolo 9 il riferimento generico al fatto che il Comune «riconosce i diritti della famiglia nella comunità», e citando invece il riconoscimento, la tutela e la promozione dei «diritti alla famiglia come società naturale fondata sul matrimonio».
Nell’interrogazione, firmata anche da Tommaso Cerno, Monica Cirinnà, Valeria Fedeli, Paola Boldrini, Gianni Marilotti, Anna Rossomando, Bruno Astorre, Francesco Giacobbe, Andrea Ferrazzi, si richiama una lettera del presidente del Consiglio Mario Draghi alle istituzioni europee in cui il premier italiano ha sostenuto che “l’odio, l’intolleranza e la discriminazione non hanno posto nella nostra Unione. Sosteniamo la diversità e l’uguaglianza Lgbt in modo che le nostre generazioni future possano crescere  in un’Europa di uguaglianza e rispetto”.
“La nuova formulazione dello Statuto – annota la senatrice – si pone in palese contrasto con i principi di valorizzazione delle formazioni sociali e  di  eguaglianza formale e sostanziale fissati negli articoli 2 e 3 della Costituzione, che hanno portato alla legislazione recente, da intendersi quali norme di principio, in materia di riconoscimento delle convivenze di fatto e alle unioni tra persone dello stesso sesso”.
“Nonostante le proteste contrarie della Lega non è vero che non cambia nulla – ha aggiunto Rojc – perché siamo di fronte a un palese travisamento dell’esercizio della potestà statuaria, che apre in linea di principio all’introduzione meccanismi discriminatori in ordine ai criteri di accesso ai servizi pubblici, per esempio confronti di nuclei familiari monoparentali o semplicemente nuclei familiari con separati o divorziati”.

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